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La
votazione alla camera del 30 Maggio 2007 ed il naufragio dellarticolo
5
Dal resoconto
stenografico
http://www.camera.it/resoconti/dettaglio_resoconto.asp?idSeduta=161&resoconto=stenografico&tit=00100&fase=
ANDREA LULLI,
Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE.
Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI,
Relatore, Signor Presidente potremmo passare all'esame dell'articolo 5.
PRESIDENTE.
Sta bene.
(Esame dell'articolo
5 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE.
Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso
presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis-A sezione 5).
Nessun chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere
della Commissione.
ANDREA LULLI,
Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere
è contrario, degli identici emendamenti Uggè 5.10 e Attili
5.200.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Alfredo Vito
5.52, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Attili 5.7 ed
esprime parere favorevole sull'emendamento Fava 5.3.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Moffa 5.202
e Uggè 5.11, formula un invito al ritiro dell'emendamento Attili
5.8 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Uggè 5.12 e Valducci
5.50. La Commissione formula altresì un invito al ritiro dell'emendamento
Burgio 5.204, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Attili
5.203, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «Al comma
1, capoverso, comma 1, lettera c), sostituire le parole da «ente
che ha preventivamente» fino alle parole: «la propria»
con le seguenti: «ente tecnico di omologazione di veicoli o di loro
componenti designato dal Ministero dei trasporti o da corrispondente ente
di omologazione, riconosciuti da Stati appartenenti all'Unione europea
o allo spazio economico europeo. L'ente si intende designato qualora il
Ministero dei trasporti non sceglie il riconoscimento, entro 60 giorni
dalla domanda, avendo ritenuto non veritiero quanto dichiarato circa».
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Fava 5.2 ed
esprime parere contrario sull'emendamento Fava 5.4. La Commissione formula
infine un invito al ritiro dell'emendamento Attili 5.9 ed esprime parere
favorevole sugli emendamenti Trepiccione 5.206 e D'Agrò 5.201,
mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Uggè 5.01.
PRESIDENTE.
Il Governo?
FILIPPO
BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere
del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE.
Passiamo all'esame degli identici emendamenti Uggè 5.10 e Attili
5.200.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal
relatore.
ANTONIO
ATTILI. Signor Presidente, sono il presentatore, insieme ad altri colleghi,
di cinque emendamenti riferiti all'articolo 5. Ho ascoltato il parere
del relatore e voglio motivare al riguardo, in pochi minuti, le mie intenzioni.
Si tratta di un articolo importante, perché affronta il cosiddetto
problema del tuning, cioè la possibilità di modificare,
dal punto di vista estetico, ma anche sostanziale, una serie di veicoli,
classificati, M1 ed N1 che costituiscono un mercato molto florido sia
in Europa, che sia in Italia.
Premesso che non siamo contrari, in linea di massima, alla liberalizzazione,
le nostre preoccupazioni sono però relative alle questioni della
sicurezza: senza volere entrare nei dettagli, si comprende che intervenire
su veicoli con kit, seppure omologati, presenta problemi di estrema delicatezza,
perché aumenta la velocità e l'accelerazione. Si modificano
caratteristiPag. 59che tecniche che, a nostro parere, devono essere controllate
attraverso un processo di certificazione serio, sicuro e garantito dallo
Stato.
In Italia ciò non accade: non vi sono enti certificatori del livello
della Dekra o di quelli presenti in altri Paesi europei. Questo è
un punto debole dell'articolo 5. Esso prevede, inoltre, la possibilità
di modifica agli autoveicoli classificati con la lettera «L»,
ossia cicli, motocicli e quadricicli, che, come tutti sanno, vengono utilizzati
prevalentemente da utenti estremamente giovani. Vorrei ricordarlo e senza
retorica, anche se le statistiche ci dicono che la maggior parte degli
incidenti avviene proprio nell'utilizzo di tali mezzi e per la guida dei
giovanissimi.
Questo è un punto sul quale la riflessione dell'Assemblea deve
essere seria e approfondita. Su tali due aspetti abbiamo presentato sostanzialmente
una serie di emendamenti, che vanno da quello più radicale - soppressione
dell'articolo 5 - a modifiche sostanziali.
Dal parere espresso dal relatore evinco che si è fatto un passo
avanti sul problema della certificazione: si riconosce, cioè, che
si tratta di un argomento serio.
Mi sembra di capire, dalla formulazione che ho ascoltato, che viene accolto
almeno il principio secondo il quale deve rimanere in capo all'autorità
pubblica la responsabilità di «certificare i certificatori».
Ciò ci darebbe maggiori garanzie.
Apprezzo, quindi, lo sforzo del relatore, ma il ragionamento deve affrontare,
per regolamentarli, gli altri due punti, quello sui veicoli classificati
con la lettera «L» e quello, che ritengo importante, dell'aggiornamento
della carta di circolazione, da effettuare quando si apportano le modifiche
strutturali sugli autoveicoli.
Allora, chiedo al relatore e al Governo se, nell'emanando decreto attuativo
delle norme che stiamo approvando, può trovare accoglimento questa
richiesta. Sono disponibile ad accettare la riformulazione sull'emendamento,
così come proposto dal relatore, e a presentare un ordine del giorno
che impegni il Governo ad esaminare in modo approfondito le altre due
questioni di merito che ho posto.
A queste condizioni sono disponibile a ritirare gli altri emendamenti
e ad accettare la riformulazione del mio emendamento 5.203, ma vorrei
che il Governo si impegnasse ad affrontare, nell'emanando decreto attuativo,
le problematiche di merito che abbiamo posto (Applausi
dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE.
Prego, onorevole Uggè!
PAOLO UGGÈ.
Signor Presidente, colleghi, desidero richiamare l'attenzione di ognuno
su ciò che stiamo per votare con questo articolo 5. Di fatto, con
esso andiamo ad introdurre la possibilità di apportare modifiche
alla forma di carrozzeria, mediante l'installazione di spoiler, di alettoni,
passaruote allargati, bulbar, verricelli, di elaborare il motore, producendo
un aumento della coppia della potenza massima, con conseguente aumento
dell'inquinamento, di applicare pneumatici di dimensioni maggiorate, di
installare sistemi di alimentazione con particolari additivi, che consentano
di erogare una potenza massima anche doppia rispetto a quella di origine.
Insomma, ci apprestiamo a consentire che un veicolo, realizzato come un
insieme calibrato, con parti tra loro funzionalmente collegate, possa
di fatto essere modificato, creando situazioni di grave difficoltà
e di rischio per la sicurezza stradale.
Una domanda che dobbiamo porci, quindi, è se veramente vogliamo
agire nei confronti dei cittadini con norme che determinino sicurezza.
In questa sede, abbiamo votato all'unanimità una mozione che si
rifaceva, esaltandoli, ai principi della sicurezza. Con il provvedimento
in esame, invece, e in particolare con l'articolo 5, consentiamo di fatto
la possibilità di intervenire sui veicoli, creando condizioni di
grave pericolo. Ciò perché non si capisce quale sarà
l'ente chiamato a verificare se il pezzo introdotto, anche se omologato
ed autorizzato a livelloPag. 60comunitario, sia riconducibile all'insieme,
assicurando, quindi, condizioni di sicurezza sul veicolo. In sostanza,
trattiamo un veicolo come se fosse un frigorifero, una lavastoviglie.
Sostituiamo un pezzo, ma non ci poniamo il problema di cosa avvenga all'insieme
del veicolo. Andiamo addirittura a liberalizzare il mercato dei componenti
dei motoveicoli, colpendo le fasce giovanili, sulle quali si accentra
particolarmente l'attenzione dell'opinione pubblica, a causa dei numerosi
incidenti che coinvolgono i giovani.
La soppressione dell'articolo 5 è, a nostro avviso, riconducibile
ai principi che più volte abbiamo affermato. Soprattutto, evidenziamo
che non si comprende cosa si intenda con idoneità professionale
di coloro che si autocertificano come enti professionalmente idonei alla
effettuazione di prove di verifica. Ma di cosa stiamo parlando? All'estero
vi sono norme sicuramente più riconducibili alla sicurezza, e,
pertanto, sorgeranno problemi di compatibilità della norma che
andremo ad approvare, con il rischio che si intervenga a livello comunitario
e che Paesi esteri non accettino le modifiche apportate sui nostri veicoli.
Mi sembra, quindi, che ci siano tutti i presupposti perché questo
articolo 5 sia soppresso. Mi appello al senso di responsabilità
sulla sicurezza, più volte evidenziato in questa sede, e chiedo
che si voti a favore della soppressione dell'articolo 5 (Applausi
dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole
Burgio. Ne ha facoltà.
ALBERTO
BURGIO. Signor Presidente, siccome anche noi pensiamo che in materia di
sicurezza non si possa essere superficiali o troppo disinvolti e che la
logica dell'autocertificazione non sia sufficiente, condividendo l'intervento
svolto dall'onorevole Attili, chiedo di aggiungere la mia firma a tutti
gli emendamenti a prima firma del collega, che hanno lo stesso spirito
del mio emendamento 5.204.
FILIPPO
BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di
parlare.
PRESIDENTE.
Ne ha facoltà.
FILIPPO
BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Presidente,
intervengo solo per dire che le preoccupazioni segnalate, circa la sicurezza
da garantire ai cittadini, sono fortemente condivise. Le norme in esame
puntano ad aprire nuove opportunità e a rendere esplicite e trasparenti
delle attività che, comunque, oggi vengono realizzate in condizioni
non sempre di sicurezza.
Siamo convinti che quelle preoccupazioni debbano sostenere l'intero provvedimento
e lo sostengano. Per tale motivo, le argomentazioni dell'onorevole Attili,
proprio perché raccolgono le questioni fondamentali sottese ad
una norma di questo genere, possono essere accolte in un ordine del giorno
che avrà sicuramente il sostegno del Governo.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori degli identici emendamenti Uggè
5.10 e Attili 5.200, se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ANTONIO
ATTILI. Sì, Presidente, lo ritiro.
PRESIDENTE.
Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Uggè, presentatore dell'emendamento
5.10, non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore. Passiamo
ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,
sull'emendamento Uggè 5.10, non accettato dalla Commissione né
dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva
(Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
(Vedi votazioni).
Presenti 453
Votanti 382
Astenuti 71
Maggioranza 192
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 189.
Prendo atto che i deputati Lomaglio e Castellani non sono riusciti a votare
e che i deputati Maderloni e Nicchi avrebbero voluto astenersi.
Chiedo al relatore come ritiene di procedere.
ANDREA LULLI,
Relatore. Signor Presidente, propongo di passare all'esame dell'articolo
8.
PRESIDENTE.
Sta bene. Pertanto l'esame dell'articolo 7 e delle relative proposte emendative
deve intendersi accantonato.
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