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Trasporti
Di Eugenio Saraceno
Il petrolio
è il primo e forse più strategico minerale energetico che
raggiungerà il picco, esso è utilizzato nel nostro paese
per oltre il 50% nel settore dei trasporti. Per giunta i mezzi di trasporto
merci su gomma alimentati da derivati petroliferi sono largamente preponderanti
e di gran lunga i meno efficienti, per tacere del grave problema di inquinamento
da traffico, ormai insostenibile in molte aree del paese. Altro mezzo
di trasporto inefficiente e inquinante è quello aereo su corto
raggio dove possono sussistere valide alternative quali treni veloci.
Nel nostro paese le merci e i passeggeri viaggiano principalmente su gomma
perchè precedenti politiche hanno incentivato questa modalità
trascurando la realizzazione di una rete su ferro o idrovia adeguata alle
necessità del trasporto merci e del trasporto urbano. Se si lavorasse
sulle infrastrutture ferroviarie e ferrotranviarie, esse potebbero assorbire
grandi quote del traffico su gomma attutendo il trauma che il rialzo dei
prezzi dei prodotti petroliferi conseguente ad una loro scarsità
avrebbe sui lavoratori e sulle imprese. La maggior parte dei consumi di
carburanti sono dovuti a chi si sposta per lavoro ed al transito delle
merci. Purtroppo si registra un gran parlare di grandi opere connesse
al traffico su gomma e, anche da parte dei consumatori, un numero di richieste
sempre maggiore per una riduzione del carico fiscale sui carburanti, misure
che, se attuate peggiorerebbero solamente la dipendenza della nostra economia
dal traffico su gomma e la gravità degli scenari del peak oil già
delineati.
In prospettiva il trasporto pubblico deve evolvere verso un offerta più
completa a più vocata verso la rotaia che offre costi operativi
inferiori e velocità commerciali maggiori. La visione di ASPO Italia
è quella di aree urbane progressivamente liberate dal soffocante
traffico di veicoli endotermici e dotate di una mobilità pubblica
e privata elettrica, con piste ciclabili e percorsi protetti per taxi
e bus pubblici. Dati i consumi complessivi di mezzi endotermici privati
e veicoli leggeri commerciali, quantificabili ad oggi in circa 30 Mtep
la strategia ASPO Italia permetterebbe un risparmio teorico fino a 15
Mtep solamente in questo ambito. Considerando il traffico di veicoli pesanti
quantificabile ad oggi intorno ai 9 Mtep di consumi, nellipotesi
di deviare parzialmente tali flussi su vie dacqua e rotaia e tenendo
conto di quanto affermato riguardo le maggiori efficienze di questi ultimi,
vi sono interessanti margini di risparmio anche in questo settore. I risparmi
totali ottenibili da una totale riconversione al modello di trasporti
proposto da ASPO Italia permetterebbe risparmi annui dellordine
del 10% degli attuali consumi energetici totali.
Per contro gli investimenti necessari a realizzare la strategia ASPO Italia
non sono maggiori di quelli che attualmente sono necessari a tenere in
piedi il sistema basato sui trasporti su gomma. Basti pensare agli oltre
3 milioni di veicoli endotermici immatricolati annualmente in Italia,
gran parte dei quali ottiene contributi di migliaia di euro per la rottamazione
di veicoli relativamente recenti.
Si pensi inoltre ai miliardi di euro spesi per nuove opere stradali che
finiscono per attirare nuovo traffico e ad incoraggiare i cittadini ad
utilizzare ancor più il mezzo privato peggiorando linquinamento
e i consumi petroliferi.
A titolo di esempio la Tirol Adria ltd, un azienda attiva nei progetti
di navigabilità su acque interne stima in 300 mln di euro (circa
1 mln al km) il costo infrastrutturale per raggiungere Milano e il lago
di Garda con vie dacqua dallAdriatico attraverso il Po allo
scopo di veicolare su idrovie navigabili mediante chiatte fluvio marine
consistenti quote di traffico merci. Con ulteriori investimenti il tratto
navigabile potrebbe raggiungere il Piemonte e, attraverso lAdige
le maggiori città industriali del nord est rendendo disponibile
una alternativa al mezzo pesante per il trasporto merci. Nella visione
più ottimistica, gli esperti di Tirol Adria ritengono che si possa
mediante una galleria di 80 km collegare il bacino dellAdige (e
dunque il Mediterraneo) con il bacino dellInn fino al Mare del Nord
o al Mar Nero a costi non inferiori di quelli ipotizzati per una linea
TAV con analoga funzione. Analogamente i progetti di ottimizzazione delle
vie rotabili tradizionali possono permettere laumento della capacità
e della velocità commerciale su di esse con costi che sono frazioni
di quelli previsti per le grandi linee ad alta velocità.
Quando si pensa allentità di tali investimenti si ricordi
che il controverso progetto del Ponte Sullo Stretto di Messina ha un costo
stimato di 6 mld di euro, la sola linea TAV Torino Lione ha costi stimati
tra i 15 e i 20 mld di euro, un km di nuova autostrada ha un costo medio
chilometrico di 15/20 mln di euro infine le norme legislative che prevedono
la rottamazione totale dei 13 mln di auto Euro 0 e 1 attualmente circolanti
costerebbero alle finanze pubbliche 13 mld di euro tra contributi in conto
capitale ed esenzioni da tasse ed altre decine di mld di euro ai proprietari
delle auto rottamate costretti nella gran parte dei casi ad acquistarne
di nuove.
Si propone dunque di stornare i fondi previsti per le grandi opere dedicate
al traffico su gomma e non ancora avviate per dirottarle senz'altro verso
infrastrutture quali tram, metropolitane leggere, linee ferroviarie locali,
idrovie, filobus in tutte le località nelle quali se ne ravvisi
l'utilità, in particolare le grandi aree metropolitane e le direttrici
del trasporto merci. Le infrastrutture sopra citate dovrebbero consentire
il trasporto delle merci e ai lavoratori pendolari di continuare a raggiungere
i posti di lavoro senza subire l'aumento dei prezzi petroliferi.
Si aggiunge che le aziende dovrebbero essere incentivate a posizionarsi
ove possibile in locazioni raggiungibili mediante i mezzi pubblici ed
attuare politiche aziendali volte a facilitare i lavoratori che scelgono
di raggiungere il posto di lavoro senza utilizzare l'auto o al più
condividendola con i colleghi.
Enti locali ed aziende potranno utilizzare le rendite dei parchimetri
per trasferire risorse dagli utenti che non rinunciano all'utilizzo dell'automobile
verso coloro che lo fanno, inoltre i portatori di handicap tali da rendere
difficoltoso l'utilizzo di mezzi pubblici dovrebbero al contrario fruire
di facilitazioni per l'acquisto di veicoli elettrici nel caso non dispongano
di reddito adeguato.
Il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie locali dovrebbe permette
che le lineea lunga percorrenza recuperino capacità di veicolare
traffico merci, ovvero siano dotate di capacità aggiuntiva. Il
problema del trasporto merci si affronta con modalità quali il
trasporto via mare e lo scambio intermodale ferro/nave/gomma, dove la
gomma dovrebbe essere utilizzata solamente nel tratto iniziale fino al
più vicino centro logistico intermodale (tali centri dovranno essere
realizzati con la massima granularità possibile) e nel tratto finale
per quanto concerne la distribuzione. Si consideri la concessione di aiuti
alle piccole aziende di trasporto nell'ottica di adeguamento a quanto
detto sopra.
Strumenti tecnologici e normativi adeguati dovranno essere predisposti
per le aziende di trasporto, allo scopo di evitare viaggi di ritorno a
vuoto dei mezzi. Il reperimento di ulteriori fondi per dette opere ed
incentivi, dovrà essere effettuato mediante un graduale aumento
delle accise sui carburanti, provvedimento tanto impopolare quanto necessario
per reperire i fondi e creare una graduale consapevolezza dei cittadini
sulla necessità di modificare le proprie abitudini in previsione
della scarsità di carburanti.
Di seguito alcune
considerazioni e stime che giustificano il pacchetto di proposte sopra
riportato. La seguente figura 8, tratta da uno studio dellistituto
tedesco IFEU mostra eloquentemente a quale paradossale situazione abbia
portato la politica di favoritismo verso il trasporto su gomma effettuata
nel nostro paese fin dal dopoguerra; il trasporto navale, via mare o fluviale
risulta essere, a parità di tonnellaggio trasportato, il 70% più
efficiente e la ferrovia è il 60% più efficiente. Ciò
significa che, in termini di energia, se si dirottasse 1 Mtep di energia
attualmente utilizzata per alimentare i veicoli industriali su vettori
navali, basterebbero 0,3 Mtep di energia primaria per trasportare le stesse
merci, 0,4 se si optasse per la rotaia. Ovvero ogni Mtep di domanda di
trasporto merci su TIR dirottata su rotaia costa 1,86 TWh di energia elettrica
(4,65 TWh di energia primaria usando il fattore di conversione primario/elettrico
0,4) per alimentare gli stessi. Nel caso di conversione al trasporto su
chiatta, la sostituzione avviene mediante lo stesso combustibile (gasolio)
non si calcola lequivalente elettrico.
Fig.8 Modalità trasporto merci consumi specifici - Fonte: IFEU
Per
una stima dei potenziali movimenti merci deviabili su rotaia e idrovia
consideriamo i dati ISTAT 2005 sulla movimentazione di merci in Italia.
|
Totale
movimento merci (TON)
|
Movimenti
intraregionali
|
Potenziale
deviabile su
|
REGIONI
DI ORIGINE
|
|
|
IDROVIA
|
FERROVIA
|
Piemonte
|
152.265.445
|
103.998.878
|
31.956.736
|
15.353.410
|
Valle d'Aosta |
3.102.858
|
2.097.547
|
-
|
1.005.311
|
Lombardia |
325.226.967
|
230.669.499
|
45.818.797
|
46.829.911
|
Bolzano |
21.500.035
|
15.481.349
|
-
|
5.297.392
|
Trento |
28.929.408
|
18.984.206
|
7.202.417
|
1.780.816
|
Veneto |
216.060.147
|
152.557.862
|
35.936.112
|
27.544.115
|
Friuli-Venezia
Giulia
|
46.874.918
|
29.818.837
|
14.864.941
|
1.264.271
|
Liguria |
42.520.995
|
18.787.426
|
3.096.184
|
20.613.592
|
Emilia-Romagna |
180.779.949
|
119.672.526
|
14.655.944
|
14.655.944
|
Toscana |
107.197.786
|
73.338.338
|
7.853.424
|
25.876.997
|
Umbria |
35.382.115
|
17.917.121
|
-
|
17.445.863
|
Marche |
38.092.614
|
24.409.233
|
9.108.339
|
4.551.389
|
Lazio |
70.605.160
|
49.280.366
|
8.329.383
|
12.983.265
|
Abruzzo |
34.751.988
|
21.329.827
|
9.649.162
|
3.769.479
|
Molise |
7.630.017
|
4.513.766
|
1.586.688
|
1.526.536
|
Campania |
52.346.664
|
34.620.262
|
7.840.473
|
9.878.287
|
Puglia |
40.400.808
|
26.082.869
|
7.801.586
|
4.425.777
|
Basilicata |
7.707.846
|
2.004.651
|
3.462.786
|
3.642.367
|
Calabria |
15.532.261
|
13.176.607
|
2.233.297
|
122.239
|
Sicilia |
34.812.608
|
32.198.269
|
2.557.547
|
-
|
Sardegna |
21.149.059
|
20.868.887
|
-
|
-
|
ITALIA
|
1.482.869.648
|
-
|
-
|
-
|
ESTERO |
25.832.672
|
-
|
124.285
|
20.572.975
|
TOTALE |
1.508.702.320
|
1.011.808.326
|
214.078.101
|
270.757.966
|
Tab.8 Movimenti di merci (TON) ISTAT 2005
In Tab.8 sono riportati i traffici di merce in tonnellate, per brevità
le colonne riguardanti le regioni destinazione sono state aggregate nella
colonna totale, mentre le colonne Intraregionale, Idrovia e Ferrovia riportano
le sommatorie dei traffici verso le regioni destinazione secondo i seguenti
criteri:
* Il
traffico intraregionale, che ha come origine e destinazione la stessa
regione non viene considerato deviabile su idrovia o ferrovia, a causa
della breve distanza.
* Per ogni
regione costiera o raggiunta da idrovie si somma al potenziale idrovia
tutto il traffico destinato a regioni costiere o raggiunte da idrovia
poste sullo stesso versante (adriatico o tirrenico) o sul versante ionico;
il resto è assegnato alla colonna ferrovia.
Le ipotesi in cui
tale stima è valida prevedono i seguenti interventi infrastrutturali:
* Ripristino della navigabilità del Po fino al canale Cavour
* Collegamento navigabile del Po ai maggiori laghi prealpini
* Centri logistici intermodali (almeno uno per regione) per mettere
in collegamento strade, ferrovie, porti o idrovie.
Un possibile schema geografico di tale rete logistica è visualizzato
nella seguente Fig.9.
Fig.9 Possibile rete logistica integrata
Come
risulta da Tab.9 il movimento totale annuo di merci ammonta a circa
150 milioni di tonnellate; tenendo conto che il consumo annuo di gasolio
da parte di veicoli per pesanti e leggeri ammonta a circa 15 Mtep
se ne deduce che mediamente per movimentare 10 mln di tonnellate di
merci si consumano un milione di tonnellate equivalenti di petrolio.
Considerando il potenziale deviabile su idrovia e ferrovia e nellipotesi
che per i minori costi infrastrutturali inerenti alla soluzione su
acqua (idrovie, autostrade del mare) rispetto a quella su ferro il
potenziale su acqua venga sfruttato quasi interamente (200 mln di
tonnellate) e quello su ferrovia per poco più di un terzo (100
mln di tonnellate) in base a quanto calcolato in precedenza si potrebbero
ottenere risparmi dellordine dei 2 Mtep.
Per
quanto riguarda il trasporto privato è ben nota la maggiore
efficienza dei trasporti pubblici a parità di passeggeri trasportati.
Secondo uno studio di Amici della Terra un moderno tram o treno metropolitano
ha un consumo specifico urbano intorno ai 10-15 gep/persona*km mentre
una automobile nel ciclo urbano si colloca intorno ai 60-70 gep/persona*km.
Dora in poi assumeremo per i calcoli e le stime successive che
ogni passeggero che effettua un km di percorso urbano impiega nel
caso di utilizzo di mezzo pubblico urbano su rotaia una quantità
di energia pari ad un quarto rispetto al caso in cui utilizzi lauto
privata endotermica. Ovvero ogni Mtep di domanda di mobilità
privata dirottata su tram e metropolitane costa 1,16 TWh di energia
elettrica (2,9 TWh di energia primaria) per alimentare gli stessi.
Tab.9
Trasporto passeggeri, consumi specificiFonte: elaborazione Amici della
Terra su dati CORINAIR, CNT 2000. gep/pKm = grammo equivalente di
petrolio/passeggero chilometro
Meno
noto è laspetto riguardante il trasporto privato mediante
veicoli elettrici; esso rappresenta un utile compromesso tra la necessità
di salute pubblica e di risparmio energetico che suggerirebbe di minimizzare
la quota di trasporto privato a favore di quello pubblico e lesigenza
di mobilità del cittadino, oramai considerata, a torto o a
ragione irrinunciabile. Nel seguito si sviluppa unanalisi comparativa
delle modalità di trasporto privato; i risultati sono riassunti
in Tab.9. Per tale analisi si considereranno le seguenti assunzioni,
riferite ai valori presumibili dei parametri tipici delle tecnologie
implicate nel periodo di analisi 2007-2012:
*Rendimento ciclo Otto urbano:15%, extraurbano 25%
*Rendimento ciclo Diesel urbano:20%, extraurbano 30%
*Guadagno soluzione ibrida su cicli Otto/Diesel: urbano +20%, extraurbano
+10%
*Rendimento elettrolisi: grandi impianti 85%, piccoli impianti 70%
*Rendimento reforming: grandi impianti 85%, piccoli impianti 80%
*Resa energetica liquefazione, trasporto e rifornimento veicolo a
H2 liquido: 50%
*Rendimento medio Fuel Cell 54%
*Rendimento elettromeccanico (motore elettrico + inverter):90%
*Rendimento medio mix generazione elettrica incluse perdite (Italia):
45,1%
*Rendimento accumulo batterie LI-PO (carica/scarica) 81%
*Rendimento ciclo Otto urbano:15%, extraurbano 25%
*Guadagno recupero energia in frenata: +10%
Enoto
in letteratura che i motori endotermici hanno dei rendimenti tipici
misurati in condizioni ottimali di regime di giri: per il ciclo diesel
si riportano valori tipici di 30%, per il ciclo otto si hanno valori
intorno al 25%. Nel ciclo urbano tali valori subiscono notevoli riduzioni
per via delle frequenti variazioni del numero di giri per fermate
e ripartenze o rallentamenti e accelerazioni. La tecnologia ibrida,
in particolare a gasolio può portare vantaggi accoppiando la
trazione elettrica al motore endotermico, i modelli attualmente disponibili
sul mercato presentano miglioramenti del 20% e del 10% rispetto ai
cicli tradizionali urbani ed extraurbani. Per la trazione ad idrogeno
in veicoli equipaggiati con ciclo tradizionale otto ed apposito serbatoio
(ad es. la BMW H2) si può considerare il rendimento ottimale
del motore endotermico a ciclo otto ma in termini di energia primaria
si deve considerare lefficienza di produzione del vettore idrogeno
da altra fonte energetica (gas metano tramite reforming o elettrolisi)
per lefficienza di compressione o liquefazione dellidrogeno
allo scopo di essere immesso nel serbatoio.
Migliori le performance dei mezzi ad idrogeno con celle a combustibile,
per via del maggior redimento di queste ultime rispetto al motore
endotermico; possiamo considerare infatti rendimenti teoricamente
doppi, visto che una cella di nuova generazione può avere efficienze
di punta del 50-60%. Considerando ottimisticamente unefficienza
media del 54% e 90% lefficienza di trasformazione dellelettricità
prodotta nella cella in energia meccanica oltre al fattore (ottimistico)
80% per tener conto della compressione del gas naturale e del suo
reforming a bordo, si consideri che una tale architettura tecnica
necessita di un accumulo elettrochimico per tamponare le variazioni
di potenza erogata ed accogliere eventuali surplus di energia prodotta
dalla Fuel Cell e non necessaria al momento (la presenza del reformer
a bordo implica infatti un vincolo di tipo produttore/consumatore)
oltre a rendere possibile il recupero di energia in frrenata. Si calcola
così un rendimento del 32% poco sensibile al tipo di ciclo
urbano o extraurbano per via della trazione elettrica. Se la produzione
dellidrogeno avviene mediante elettrolisi è necessario
considerare
il fattore di conversione delle fonti primarie in energia elettrica.
FIG.10
Schema veicolo FC con reformer a bordo e grado di ibridizzazione tra
veicoli con FC e veicoli elettrici Fonte ENEA - M.Ronchetti
A.Iacobazzi Celle a Combustibile stato di sviluppo e tecnologie.
Per
quanto riguarda i veicoli elettrici si consideri che da 100 unità
di energia primaria si ottengono 45,1 unità di energia elettrica
(tenendo conto del rendimento di trasformazione termoelettrica e delle
perdite di rete) che viene accumulata in batterie, si consideri 81%
il rendimento del caricabatterie e dellaccumulatore, riferito
alla tecnologia Litio Polimeri. Infine considerando il rendimento
di conversione elettromeccanico ed il recupero in frenata si ha un
rendimento complessivo del 36%
Nella tabella sottostante si ha un riepilogo delle efficienze tipiche
così calcolate, si noti che per le tecnologie ove è
presente un accumulo elettrochimico quali ibrido, H2 Fuel Cell ed
Elettrico si è incrementata lefficienza calcolata di
un 10% dovuto al possibile recupero di energia in frenata.
Per il caso dei veicoli elettrici i valori teorici qui calcolati coincidono
in buona sostanza con le misurazioni che alcuni membri di ASPO Italia,
Pietro Cambi, Corrado Petri Massimo De Carlo e il presidente Ugo Bardi
hanno effettuato su un veicolo elettrico derivato da una vecchia Fiat
500. Tale iniziativa, portata avanti dalla associazione EuroZev ha
permesso di misurare sul campo, su un percorso di 14 km in zona urbana,
il consumo in kWh, risultato pari a 0,086 kWh/km ovvero oltre 100-110
km con un litro di benzina.
Considerando
che le utilitarie più economiche oggi sul mercato non superano
i 20 km/litro nel ciclo urbano si ha che il prototipo elettrico ha
un rendimento almeno 5 volte superiore che, considerando il fattore
pessimistico 0,4 di trasformazione termoelettrica e perdite di rete
si riduce a poco più di 2, in accordo con quanto riportato
nella tabella 10. Considereremo conservativamente, per semplicità
,dora in poi che la domanda di mobilità soddisfatta dal
consumo di 1 Mtep di prodotti petroliferi da parte di veicoli endotermici
corrisponde su ciclo urbano ad un consumo di 0,5 Mtep di energia primaria
per produrre lelettricità per alimentare veicoli elettrici
a parità di km percorsi. Ovvero ogni Mtep di domanda di mobilità
privata dirottata su veicoli elettrici costa 2,32 TWh di energia elettrica
(5,8 TWh di energia primaria) per alimentare gli stessi.
CICLO
DIESEL
|
Estrazione,
raffinazione, trasporto carbur.
|
Ciclo
Diesel urbano
|
Ciclo
Diesel extraurbano
|
-
|
-
|
-
|
-
|
-
|
0,874
|
0,2
|
0,3
|
-
|
-
|
-
|
17,48%
|
26,22%
|
CICLO
IBRIDO (Diesel)
|
Estrazione,
raffinazione, trasporto carbur.
|
Ciclo
Diesel ottimizzato urbano
|
Ciclo
Diesel ottimizz. extraurbano
|
Recupero
in frenata
|
-
|
-
|
-
|
-
|
0,874
|
0,24
|
0,33
|
1,1
|
-
|
-
|
23,07%
|
28,84%
|
H2 Endo termico OTTO
|
Estrazione,
raffinazione, trasporto gas
|
Reforming
centr.
|
Liquef.H2
+ trasporto + rifornimento
|
Ciclo
OTTO H2 urbano
|
Ciclo
OTTO H2 extraurbano
|
-
|
-
|
-
|
0,875
|
0,85
|
0,5
|
0,2
|
0,3
|
-
|
11,16%
|
4,46%
|
H2 FC con reformer a bordo
|
Estrazione,
raffinazione, trasporto carbur.
|
Reforming
a bordo
|
Fuel
Cell
|
Perdite
cond.potenza e accumulo
|
Rendimento
elettromeccanico
|
Recupero
in frenata
|
-
|
-
|
0,874
|
0,8
|
0,54
|
0,855
|
0,9
|
1,1
|
31,96%
|
32,00%
|
H2 FC con serbatoio di H2 liquido da reforming
|
Estrazione,
raffinazione, trasporto gas
|
Reforming
centralizzato
|
Liquef.H2
+ trasporto + rifornimen to
|
Fuel
Cell
|
Rendimento
elettromec canico
|
-
|
-
|
-
|
0,875
|
0,85
|
0,5
|
0,54
|
0,9
|
-
|
18,07%
|
18,00%
|
H2 con serbatoio di H2 liquido da elettrolisi
|
Trasformazione
elettrica e perdite trasp.
|
Elettrolisi
centr.
|
Liquef.H2
+ trasporto + trasferi mento
|
Fuel
Cell
|
Rendimento
elettromec canico
|
-
|
-
|
-
|
0,451
|
0,85
|
0,5
|
0,54
|
0,9
|
-
|
9,32%
|
10,00%
|
AUTO ELETTRICA LiPO
|
Trasformazione
elettrica
|
Perdite
caricabatterie
|
Perdite
accumulatore
|
Rendimento
elettromeccanico
|
Recupero
in frenata
|
-
|
-
|
-
|
0,451
|
0,9
|
0,9
|
0,9
|
1,10
|
-
|
36,17%
|
36,00%
|
Tab.10
Rendimenti energetici delle modalità di trasporto privato a
partire da 100 unità di energia primaria.
Dalla
tabella riepilogativa si evince che, energeticamente parlando, lidea
dellauto ad idrogeno endotermica o anche a fuel cell alimentata
con idrogeno liquido prodotto da energia elettrica è semplicemente
fallimentare, in particolare sui cicli extraurbani. Se si vuole ridurre
linquinamento e risparmiare energia molto meglio procurarsi
unauto ibrida e utilizzare lenergia elettrica per scopi
diversi dalla produzione di idrogeno liquido per autotrazione. Molto
migliore la performance del veicolo ad idrogeno alimentato da H2 liquido
ottenuto da reforming di metano, ma anche qui unauto ibrida
vince facilmente il confronto, anche come costo. Dal punto di vista
dellutilizzo efficiente dellenergia, tra le tipologie
di veicoli ad idrogeno sui quali si stanno concentrando i costruttori
spicca quella in cui è prevista linstallazione di un
reformer a bordo del veicolo, che effettuerebbe rifornimento di un
carburante tradizionale, quale benzina, GPL o metano non necessitando
di un costoso serbatoio per idrogeno liquido. Questa soluzione, assieme
a quella dei veicoli ibridi, però prevede che vi sia comunque
una disponibilità indefinita di idrocarburi, il che è
esattamente il contrario dellassunto dal quale siamo partiti.
Scopo di questa discussione è infatti individuare una possibile
modalità di trasporto privato che riduca linquinamento,
permetta di risparmiare energia ed in una prospettiva di scarsità
di idrocarburi possa essere alimentata da fonti rinnovabili. Il veicolo
elettrico medio rispetta queste caratteristiche; ha una efficienza
superiore a qualsiasi altro tipo di veicolo considerato, migliore
anche rispetto alla tecnologia ad idrogeno dotate di Fuel Cell, con
la differenza che i veicoli eletrici sono basati su tecnologie consolidate
disponibili già ora e a costi contenuti mentre le Fuel cell,
per costi ed affidabilità, non sono ancora competitive, né
le stesse case automobilistiche prevedono di lanciare sul mercato
modelli commerciali prima del prossimo decennio.
Per
giustificare sinteticamente e praticamente quanto finora affermato
si tenga conto che la trasformazione in veicolo elettrico della citata
Fiat 500, avvenuta in una normale officina, è costata 12000
euro, mentre un prototipo di auto ad idrogeno con FC può essere
commissionato ad aziende altamente specializzate e non molto numerose
per somme dellordine delle centinaia di migliaia di euro.
Infine è utile individuare una categoria di veicolo che potremmo
definire ibrido/elettrico consistente in un veicolo ibrido con un
accumulatore che permetta, anche a motore endotermico spento, di percorrere
alcune decine di km. Laccumulatore potrà essere ricaricato
sia durante la normale marcia del veicolo, a motore endotermico attivo
mediante alternatore, sia da una tradizionale presa elettrica. Con
riferimento alla tabella delle efficienze si può affermare
che un simile veicolo conserva lefficienza del veicolo elettrico
se condotto in modalità solo elettrica, mentre ricade nel caso
dellibrido altrimenti. Questa caratteristica conferisce al veicolo
ibrido/elettrico una flessibilità di esercizio che può
essere utile per contribuire allaccettazione del pubblico per
questa tecnologia in quanto risolve il maggiore problema della trazione
elettrica, lalto costo degli accumulatori innovativi, che consentono
di conferire al veicolo autonomie di percorrenza e tempi di rifornimento
comparabili alle auto endotermiche, ma a causa delle economie di scala
non sono ancora competitive. Tipicamente, per tali ragioni, i veicoli
elettrici hanno autonomie di percorrenza limitate (50-200km), anche
se perfettamente compatibili con lutilizzo giornaliero medio
in ambito urbano. La media di percorrenza giornaliera è infatti
38 km/g per le auto a benzina e 85 per il diesel. Librido/elettrico
permetterebbe di mantenere un accumulatore con autonomia adeguata
allesigenza di percorrenza media urbana dellautomobilista,
che potrebbe ordinare un veicolo ibrido/elettrico con percorrenza
solo elettrica personalizzata riducendone il costo dacquisto
(e potendo in seguito estendere lautonomia) ma comunque non
essere vincolato ad una percorrenza massima tra due ricariche , potendo
in caso di percorso superiore allautonomia solo elettrica commutare
sulla modalità ibrida. Daltra parte anche in modalità
ibrida, pur necessitando di combustibili fossili, il sistema ibrido/elettrico
permette un risparmio energetico ed anche in assenza di combustibile
fossile può continuare a funzionare in modalità tutto
elettrico alimentato da fonti rinnovabili.
Anche questo tipo di veicolo è già oggi disponibile
commercialmente e lespansione della quota di mercato relativa
permetterà di stabilire le economie di scala necessarie al
calo dei costi di produzione degli accumulatori innovativi, come il
Litio Polimeri.
In conclusione una strategia di risposta rapida rapida al problema
dellesaurimento dei combustibili fossili non può attendere
decenni, deve essere messa in atto prima possibile, ASPO Italia propone
dunque di convertire sostanziali quote di traffico privato su mezzi
endotermici in mobilità elettrica e ibrida/elettrica (già
disponibili commercialmente al contrario dellidrogeno) privata
e pubblica, in particolare si propone di trasformare in mezzi elettrici
parte dei 13 mln di veicoli euro 0 ed euro 1 destinati alla rottamazione
dalle attuali politiche sui trasporti.
I
veicoli elettrici privati, per caratteristiche, efficienza ed autonomie
di percorrenza, si prestano bene a sostituire in città i veicoli
endotermici privati risolvendo sia il problema dellinquinamento
urbano che quello dellaumento di efficienza. Benchè per
i trasporti urbani la soluzione più efficiente sia il mezzo
pubblico elettrico, in particolare su rotaia, non si vede la possibilità
di imporre dalloggi al domani ai cittadini, cui è stato
inculcato dai media e dalle politiche pubbliche scriteriate in tema
di trasporti il concetto che mobilità privata è
bello e fa status symbol mentre il mezzo pubblico è scomodo
e poco affidabile un utilizzo coatto di questultimo. Si
ravvisa quindi la possibilità di offrire un compromesso; le
grandi aree urbane per prime, a seguire le minori dovranno essere
progressivamente proibite ai mezzi privati endotermici, particolarmente
nei giorni lavorativi. I veicoli pubblici e i taxi endotermici potranno
circolare, i privati dovranno passare a mezzo pubblico o al veicolo
elettrico o ibrido/elettrico (che dovrà circolare in aree urbane
proibite esclusivamente in modalità solo elettrico) e, dato
il maggiore costo di questi veicoli si propone di eliminare qualsiasi
contributo di rottamazione per lacquisto di mezzi endotermici
e deviare tutti i fondi anualmente impiegati per tali incentivi verso
i veicoli elettrici in modo da creare i grandi numeri sul mercato
tali da portare i prezzi dei mezzi elettrici a livelli paragonabili
a quelli dei veicoli endotermici odierni.
Si
potrebbe inoltre, allo scopo di favorire il calo dei prezzi di detti
veicoli, di concedere sgravi fiscali a chi stabilisce impianti di
produzione, conversione e/o laboratori di ricerca e sviluppo di veicoli
elettrici nelle aree economicamente depresse del paese, provvedimento
che avrebbe positivi risvolti occupazionali e di creazione di competenze.
La famiglia italiana tipo possiede due o tre veicoli endotermici,
in genere tra di essi vi è una utilitaria o uno scooter generalmente
utilizzati per spostamenti urbani su medie e piccole percorrenze.
Tali veicoli sono i candidati ad essere sostituiti da analoghi mezzi
elettrici o trasformati in tali. Ciò permetterà di conservare
una quota di mobilità privata nelle aree urbane che dovranno
essere interdette al traffico veicolare endotermico privato.
Una
stima del possibile impatto della scelta della soluzione elettrica
nellambito del trasporto privato urbano può essere condotta
considerando dapprima la consistenza della popolazione urbana residente
nelle città con più di 80.000 abitanti pari a circa
15 milioni distribuiti in 6 milioni di nuclei familiari (ISTAT 2001)
e del fattore numero di automobili / popolazione che in Italia è
pari a 1 auto per 1,8 abitanti e che tale tasso e la popolazione si
manterranno costanti nei prossimi anni, secondo UP. Da ciò
si deduce che il numero di automobili possedute da residenti nelle
aree urbane interessate dalla chiusura ai veicoli endotermici è
pari ad 8,3 mln, di cui, stando alle statistiche ACI sul circolante
totale, 2/3 a benzina (20 mln in tot) e 1/3 diesel (10 mln in tot).
Sappiamo anche dalle previsioni tendenziali BAU al 2012 , tratte da
dati di UP che mediamente un mln di auto a benzina consuma 0,5 Mtep
di carburante allanno, un mln di auto diesel consumano 1 Mtep
di gasolio, che il consumo dei veicoli a due ruote ammonta a 1,5 Mtep
di benzina, che i veicoli commerciali leggeri consumano 5,25 Mtep
di gasolio e 0,4 di benzina, che i bus pubblici consumano 1,5 Mtep,
le flotte veicolari della Pubblica Amministrazione 0,4 Mtep e quelle
private 0,6 Mtep. Supponendo che ciascuno dei 6 mln di nuclei familiari
possegga almeno unautomobile che utilizza prevalentemente in
città limpatto verosimile della chiusura ai veicoli endotermici
potrebbe interessare circa 6 mln di veicoli che sarebbero sostituiti
prevalentemente con auto ibride/elettriche nel caso di nuclei dotati
di unica auto, e veicoli elettrici nuovi o retrofit di euro0/1 per
i nuclei dotati di più automobili. Una parte dei nuclei, quando
risulti agevole, opterà per i mezzi pubblici e non si doterà
di veicolo elettrico. Interesserà anche molti veicoli a due
ruote usati per gli spostamenti in città ed una quota di trasporti
leggeri utilizzati per la distribuzione nei centri urbani. Infine
vi sarà un possibile impatto sui mezzi pubblici , le Pubbliche
Amministrazioni (che dovrebbero dare il buon esempio) ed un probabile
contributo di flotte veicolari private nellambito di campagne
di sostenibilità, greenwashing etc.
Nel
seguito porremo le seguenti ipotesi:
* Dei 6 mln
di veicoli privati interessati 3,5 mln (di cui 3 benzina e 0,5 diesel)
vengano sostituiti con veicoli elettrici o ibrido/elettrici mentre
i restanti 2,5 (2,4 benzina 0,1 diesel) siano rottamati o smettano
di circolare in città essendo sostituiti da un maggior uso
di mezzi pubblici. Si terrà conto che saranno coinvolti anche
un buon numero di automobilisti pendolari non residenti nelle aree
urbane interdette ma che vi si rechino per lavoro (stimati conservativamente
0,4 mln veicoli diesel, 0,2 benzina) che opteranno prevalentemente
per usare i mezzi pubblici.
* Per la categoria di mezzi privati a due ruote, prestandosi particolarmente
alla trazione elettrica, sarà supposto che il consumo annuo
si riduca di 1 Mtep
* La Pubblica Amministrazione, le compagnie di trasporto pubblico
collettivo ed alcune organizzazioni private si dotino di veicoli
elettrici nellambito delle periodiche campagne di rinnovo
del parco veicolare. Ciò permetterebbe un risparmio di 0,8
Mtep di gasolio dovuto a conversione bus diesel in eletttrici o
soppressione linee bus a favore di tram/metro (-0,5 Mtep), dimezzamento
del parco veicolare endotermico della PA e sostituzione con veicoli
elettrici (-0,2 Mtep) contributo conversione elettrica flotte private
(-0,1 Mtep)
* I possessori di veicoli commerciali leggeri per distribuzione
nei centri urbani si dotino di veicoli elettrici quale fattore di
concorrenzialità nella misura che consenta una riduzione
di 0,5 Mtep di gasolio e 0,2 di benzina.
In totale, tenendo
conto di quanto detto e delle tipologie benzina e diesel il risparmio
ottenibile dagli interventi sul trasporto passeggeri nelle ipotesi
fatte è quantificabile in 4 Mtep di benzina e 2,5 di gasolio.
I consumi energetici dei veicoli elettrici privati e pubblici consistono
in un aggravio dei consumi elettrici pari a +11,36 TWh corrispondenti
a 2,45 Mtep primari (fattore di conversione elettricità/primario
0,4)
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